mercoledì 30 giugno 2010

SIGNOR MIMMO- PISA

Chi conosce un po' Pisa e ci è stato qualche volta in passato, sa che in via Cavalca, vicino alla Facoltà di Giurisprudenza La Sapienza c'è sempre stato un ristorante di nome Il Campano.

Ultimamente invece le cose son cambiate, e se si passa per le caratteristiche (quanto talvolta maleodoranti) viuzze del centro storico di Pisa ci si trova davanti il: Signor Mimmo.

Per quanto riguarda gli interni del ristorante, devo ammettere di non avervi potuto prestare sufficiente attenzione, essendomi accomodata nella piccola distesa esterna (dove per "distesa" intendo il quadrato di spazio sul marciapiede di cui possono usufruire numerosi bar e ristoranti del centro per la stagione estiva)....
Avendo però attraversato velocemente la saletta per andare alla toilette, posso dire che quello che ho sbirciato internamente mi è sembrato piuttosto armonioso ed accogliente.
Una lode speciale va fatta ai gestori per la stanza da bagno (seppur unisex- cosa che in generale non gradisco), che a differenza di tante toilettes di ristoranti vuote e tristi, presenta un minimo di arredamento e viene resa un po' più piacevole dalla presenza di qualche fiore e di qualche essenza.

Sono giunta dal Signor Mimmo con amici, che la ritengono una "trattoria dove si mangia bene al prezzo giusto".
Dopo essserci stata, concordo anch'io sulla definizione. Anche se-mio malgrado- ho qualche appunto da fare.
Ma andiamo con ordine: il menu non è privo di spunti interessanti. Quella sera è stato prediletto da me e dai miei accompagnatori il pesce, quindi non posso esprimermi sulle pietanze di terra.
Tuttavia- può darsi che fosse la serata sbagliata- alcuni (e non uno solo!) dei piatti richiesti non erano disponibili. Alla fine sono stati consumati: cavatelli alle cozze, baccalà al forno con contorno di insalata [anzichè di pomodori] baccalà alla livornese [ovvero fritto, col sugo e polentine fritte] e dolce al cioccolato.
Il tutto buono, nulla di negativo da dire in proposito se non - ahimè- sulle porzioni.
Non sono certo una persona che fagocita grandi volumi, ma (insomma!) mi sono ritrovata nel piatto due pezzetti di baccalà al forno minuscoli con 2 foglie di insalata. Quindi merito per la qualità, ma demerito per la scarsezza.
Anche del dolce, che non ho assaggiato personalmente, mi è stato detto che era buono.

Insomma una serata piacevole dal punto di vista culinario (oltre che per la compagnia, ovviamente).
 Vi consiglio dunque il Signor Mimmo, sebbene abbia l'intenzione- quando potrò- di visitarlo nuovamente per  testare altre pietanze e per farmi un'idea più completa sulle sue potenzialità.



martedì 29 giugno 2010

SABAUDIA LA FESTA DEI SIKH

Sabaudia non è solo una splendida località, ma è anche un posto che riserva piacevoli sorprese.

Domenica 27 Giugno infatti vi ha avuto luogo una festa molto pittoresca, colorata e suggestiva: una festa che ha riunito a quanto pare quasi 8.000 indiani, prevalentemente delle comunità Sikh, provenienti dal Punjab e di cui molti vivono e lavorano da tempo in Italia.
E' questo infatti il "legame" tra Sabaudia e le tradizioni indiane: una folta comunità di Sikh vive in questa città e nei suoi dintorni ed in altre cittadine del basso Lazio; i Sikh lavorano in queste zone per lo più come braccianti, percependo uno stipendio di pochi euro per svolgere nei campi e nelle stalle un lavoro pesante ed ingrato che nessun italiano vuole più fare.

Casualmente mi sono trovata ad assistere alla sfilata perchè non ne ero previamente informata e devo dire che ciò che ho visto mi ha regalato gioia e serenità.

Innanzitutto alla testa del corteo si sono posizionati alcuni Sikh che, muniti di scopa, hanno spazzato la strada e poi l'hanno irrigata come simbolo di purificazione del percorso, dove gli uomini e le donne indiane (in due blocchi separati) si apprestavano a sfilare.
Le donne indossavano i loro vestiti tipici, colorati e avvolgenti. Molti uomini invece erano in abiti occidentali, ma non avevano rinunciato a calzare il turbante.
La processione è stata aperta da un camion colmo di petali di rosa, che sono stati sparsi anch'essi sulla strada prima che i fedeli avanzassero a piedi scalzi.
Il corteo è sfilato per lo più silenzioso; solo ad intervalli sono state recitate le loro tradizionali preghiere.

Una delle cose che più mi ha colpito è stato il vedere i Sikh donare succhi di frutta, caramelle e altri generi alimentari ai passanti e in generale agli astanti della manifestazione. Vietato rifiutare il gesto, perchè sarebbe stata un'offesa, in quanto questa donazione rappresenta per loro una sorta di atto di purificazione.
Il fatto che i Sikh- che lavorano nei nostri campi in condizioni di sfruttamento- offrano a noi italiani un dono, pagato con i loro risparmi (non chiedono nessun contributo per questa festa) mi ha davvero commosso.
Purtroppo non ho potuto seguire per intero la manifestazione, ma la sfilata appena descritta, ordinata, silenziosa, rispettosa, è bastata per conquistarmi.

La comunità indiana che vive nei dintorni di Sabaudia e in altre zone d'Italia è molto chiusa: non ha tante forme di contatto con la vita del nostro paese a parte il lavoro per padroni italiani (spesso crudeli). Fortunatamente ho sentito che ci sono volontari impegnati a favorire una maggiore integrazione dei Sikh, ad agevolare questo processo, e che li aiuta anche a tutelarsi da alcuni pericoli.
Molti di questi indiani infatti sono costretti a recarsi nei propri posti di lavoro in bici e le strade buie della campagna diventano sovente e purtroppo il capolinea della loro esistenza. I volontari li aiutano a capire ad esempio quanto è importante per loro proteggersi con un giubbotto catarifrangente che li segnali agli automobilisti, così come a far attenzione ad altri comportamenti che possono diventare pericolosi per la loro stessa vita.

Qualora vi interessasse la festa dei Sikh a Sabaudia e dintorni (e io ve la consiglio!), questa si svolge ogni anno.


mercoledì 23 giugno 2010

LUMINARA PISA

E oggi andiamo a Pisa per un evento da poco trascorso e che tutti gli anni si svolge il 16 GIUGNO, in occasione dei festeggiamenti per il patrono della città S. Ranieri.
L'evento in questione porta il nome di LUMINARA e coinvolge tutto il centro storico di Pisa, in particolare i meravigliosi Lungarni.
Il 16 giugno di ogni anno infatti, con il calare della sera e l'arrivo del buio, la città diventa un tripudio di lumini che campeggiano su tutte le facciate dei palazzi.
Non un'insegna luminosa, non un lampione, nessun altro fascio di luce: solo tanti lumini che riflettono la loro fiammella nelle acque dell'Arno e donano a tutta la città un aspetto magico.

Non ho avuto la fortuna di conoscere altre città italiane dove si svolga un tale spettacolo.
Senz'altro negli ultimi anni, con l'introduzione della Notte Bianca, abbiamo assistito a feste che coinvolgono le nostre cittadine, dove per l'occasione rimangono i negozi aperti fino a tardi ed il tutto è allietato da musica e da eventi culturali di vario genere.
Ma la Luminara, soprattutto per il suo aspetto scenografico, è ancora più suggestiva; inoltre questa festa va a collocarsi all'interno del Giugno Pisano, ovvero di quel mese in cui Pisa ferve di eventi e manifestazioni come non mai. E non da ultimo va ricordato il carattere storico della Luminara: i festeggiamenti di S. Ranieri.
Ho letto da qualche parte che la prima volta la Luminara venne organizzata spontaneamente dalla popolazione, come forma di ringraziamento per il defunto Ranieri, prima ancora che egli venisse proclamato Santo.
Tutt'ora questa celebrazione che la città fa del patrono- e di se stessa certamente - è molto sentita. La partecipazione è sempre grande e le istituzioni cittadine spingono affinchè questa tradizione venga rispettata nel migliore dei modi. Per tale ragione tutti i proprietari dei palazzi che si affacciano sul Lungarno vengono invitati a munirsi della cosiddetta "biancheria", ovvero delle strutture che andranno poi a contenere i lumini. Da qualche anno addirittura sono state previste delle multe per chi non aderisce all'organizzazione, rischiando così di lasciare dei "buchi neri" nell'illuminazione delle facciate.
Ma la Luminara- oltre ad essere scenografia- è sinonimo di: musica nelle piazze, bar aperti fino a tardi, musei accessibili oltre i consueti orari di apertura, fuochi di artificio a partire dalle 23,30, banchetti con vivande, dolciumi, specialità locali ecc. ecc.
E' bello vedere in festa grande una città come Pisa, che di solito è piuttosto tranquilla e non sempre brilla per iniziative o creatività.
L'indomani della Luminara per tutti i Pisani è giorno di riposo. In occasione della festa del Patrono si tiene inoltre la Regata Storica.
Pensate se farci una capatina- se ne avete voglia- il prossimo anno: il 16 ed il 17 giugno vivrete due giorni diversi e festosi.




mercoledì 16 giugno 2010

IL VICOLETTO- TERRACINA

E oggi un'altra città di mare. D'altra parte se non è questa la stagione per parlarne...!!!

Sulla costa laziale a sud di Latina si trova la città di Terracina: una località piuttosto allegra e movimentata (non vi immaginate cmq la riviera Romagnola) con un bel mare, luoghi di interesse naturale ed artistico e posti deliziosi anche per trascorrere una bella serata.

Uno di questi posti è IL VICOLETTO, ristorante posizionato in zona abbastanza centrale (a Terracina la sera d'estate è un po' un guaio riuscire a trovare parcheggio!), dagli interni e dall'atmosfera curati, ma soprattutto dalla gustosissima offerta culinaria.

Come per La Caravella si va al VICOLETTO principalmente per gli antipasti di pesce, che sono abbondantissimi (serve l'ausilio del carrello anche in questo caso!), vari e di ottima qualità. Forse come abbondanza superano anche quelli de La Caravella dei tempi migliori!
Nell'ultimo anno c'è stata una certa riduzione nel numero delle entrees, ma meno forte rispetto al ristorante di Sabaudia di cui vi ho parlato nello scorso post.
Se volete avvicinarvi all'idea di antipasto servito al Vicoletto pensate a: cozze gratinate e non, cruditès, polpo, carpacci di pesce vario, calamari, seppie ecc.
Difficile spingersi tanto oltre dopo gli antipasti, perchè sarete pieni. Se però siete coraggiosi, o se invece scegliete di saltare gli antipasti, potreste ordinare l'astice.
E a quel punto inizierebbe una simpatica "cerimonia di allestimento" coadiuvata dai camerieri, durante la quale sarete forniti di bavaglino per non sporcarvi e "vestiti" del medesimo, nochè serviti degli attrezzi del mestiere per riuscire ad aprire la bestiola!!!
Se rimaniamo in tema astice, andrebbero provati a dir la verità anche gli spaghetti.

Per quanto riguarda poi le altre pietanze, troviamo quelli che sono i must dei ristoranti che servono pesce: dallo spaghetto alle vongole, al pesce al forno con verdure, alla grigliata mista, alla fritturina di gamberi e calamari o di paranza. Dunque la vera originalità è negli antipasti.
Per le altre pietanze appena citate, magari non ci sarà particolare sperimentazione ed originalità, ma le materie prime sono veramente di ottima qualità.
D'altra parte Terracina è famosa per il suo Centro Ittico ed il suo pesce...che per la sua freschezza non potrà certo lasciarvi scontenti.

Ritornando a Il Vicoletto, non sarà difficile- dal nome- intuirne la posizione.
Si trova in effetti in uno dei tanti vicoli della città. Strade e vicoletti purtroppo risentono sovente di qualche problema fognario, come in tante delle nostre città con una lunga storia alle spalle.
Terracina ha inoltre un carattere di matrice popolare. Non ha l'ordine e l'eleganza posata di Sabaudia, ma altre caratteristiche che comunque catturano il cuore; ad esempio la sua atmosfera vivace e la sua semplicità attirano particolarmente chi la visita.

Perciò, per conoscere meglio Terracina,  vi consiglio per il dopo cena una passeggiata per il centro o per il lungomare, dove potrete sorseggiare un drink in uno dei tanti locali prospicienti alla spiaggia o mangiare un gelato ammirando il chiaro di luna che si riflette sulla superficie del mare.





mercoledì 9 giugno 2010

BLOG E NUOVI ARRIVATI

Una piccola parentesi un po' personale prima di tornare ai viaggi e agli spostamenti, tema consueto.

Nonostante ultimamente il tempo per scrivere sul blog sia pochino, ringrazio tutti i nuovi arrivati e tutti coloro che si sono aggiunti come Followers fin dall'inizio.

Sebbene siamo ancora in pochi, è una gran soddisfazione.
La soddisfazione soprattutto è sapere che magari avrete provato un posto carino o avrete scoperto una certa località che prima non conoscevate. E che questo abbia fatto piacere anche a voi.

Grazie

venerdì 4 giugno 2010

LA CARAVELLA- SABAUDIA

Sarà capitato anche a voi...ci sono alcuni posti che ci sono piaciuti da sempre e a cui associamo tantissimi ricordi e situazioni vissute. E questi posti in un certo senso continuano a piacerci, anche se ci accorgiamo che sono un tantino cambiati, che stanno un po' peggiorando.

Bè c'è un ristorante nella graziosissima Sabaudia- località di cui vi ho parlato nel post di febbraio: http://giro-vaga.blogspot.com/2010/02/sabaudia.html- che è sempre stato il mio preferito.
Sto parlando de: LA CARAVELLA.
E' un ristorante dall'apparenza semplice, non particolarmente chich nè curato negli arredi. Ma conquista innanzitutto per la sua terrazza che si affaccia direttamente sul mare; al piano sottostante infatti ci sono le cabine ed il  noleggio ombrelloni.
La vista dunque è fantastica: la sabbia, le onde, sullo sfondo il promontorio del Circeo.
Chi va a La Caravella, va indubbiamente per mangiare pesce.
Fino a poco tempo fa la vera particolarità di questo posto erano gli antipasti, per la loro ricchezza e varietà.
Gli assaggini che venivano serviti come antipasto erano tali per quantità da non entrare sul tavolo e venivano talvolta sistemati su un carrello.
C'era di tutto: alici marinate, nero di seppia, cozze gratinate, calamaretti al sugo, carpaccio di salmone e spada, insalata di polpo con patate ecc., tutto ottimo e fresco.
Una volta finiti gli antipasti si riusciva ad ordinare ben poco, forse una fritturina giusto per gola.

Negli ultimi due anni circa, forse per qualche vento di crisi, forse perchè si sono accorti che la lauta entrée non faceva ordinare un granchè di primi e secondi , si è assisitito ad un veloce dimezzamento degli antipasti. E dal carrello pieno di prelibatezze si è finiti per riceverne un piattino.
Peccato...
In ogni caso anche tra i primi ci sono ottime proposte e tra i secondi io suggerirei la frittura, che merita di essere provata. Forse non è buona come quella del Novelli (http://giro-vaga.blogspot.com/2010/04/pasquaqualche-consiglio.html), ma le darete ugualmente un buon voto.
Da menzionare sono anche i vini: dal bianco del Circeo della Cantina di S. Andrea di Sabaudia, alla Falanghina, al Greco di Tufo.
Ed infine un'offerta particolare, che non si trova ovunque, di liquori.
Solitamente alla fine del pasto nei ristoranti ci si trova sempre davanti alle solite scelte: il limoncello [in molti casi di pessima qualità], l'amaro e- se vi va bene- il mirto.
A La Caravella invece hanno anche un'ottimo liquore alla Liquirizia e il Meloncello (liquore di melone) squisito anch'esso.
Insomma, nonostante gli antipasti siano diventati piuttosto esigui se confrontati con il passato ed i prezzi non si siano di certo abbassati, La Caravella rimane comunque un posto da consigliare tra i ristoranti del lungomare Sabaudiense.
La vista mare di certo non si dimentica.....